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L’oggetto dei desideri? Siate cauti nell’acquisto

L’oggetto dei desideri? Siate cauti nell’acquisto

Nell’era del consumismo e che, grazie a internet consente con facilità di trovare qualsiasi cosa, anche quella prodotta nel posto più sperduto del mondo, il rischio di subire una “fregatura”, di venire cioè ingannati con prodotti difettosi o veri e propri bidoni, spesso è più frequente di quello di trovare una vera e propria occasione.

A volte, tuttavia, la responsabilità non è tutta del truffatore di turno che tenta di raggirare l’acquirente.

Anche colui o colei che compra infatti, può mettere in atto un comportamento scorretto tanto da rischiare di incorrere in veri e propri reati quali possono essere l’ “incauto acquisto” o peggio la ricettazione.

Scartata la seconda ipotesi, che presuppone la certezza, da parte dell’acquirente, che il prodotto o la merce che si stanno comprando siano di provenienza illecita, nel caso dell’incauto acquisto entra in gioco la poca accortezza e vigilanza dell’acquirente.

Anche a colui o colei che acquista, infatti, la società attraverso il legislatore, chiede di prestare un minimo di diligenza che consiste nella responsabilità di accertarsi della provenienza di ciò che si intende comprare soprattutto quando luogo e condizioni di vendita, compreso il prezzo, sono molto diversi da quelli soliti oppure non si abbia a che fare con rivenditori certificati se i prodotti sono di marca o di una certa qualità.

Un classico e immediato esempio riguarda gli acquisti di qualcosa in spiaggia dai cosiddetti “vù cumprà”. In questa specifica circostanza infatti il sospetto che i prodotti venduti non abbiano una provenienza lecita è molto forte e spesso confermato dalle cronache giornalistiche. In questi casi, inoltre, si possono rischiare anche sanzioni aggiuntive dovute a ordinanze comunali, ecc…, ma già il solo reato di “incauto acquisto” oltre a sporcare la fedina penale, in Italia prevede una pena che oltre alla contravvenzione può comportare l’arresto fino a 6 mesi, mentre a San Marino la pena è un po’ più leggera, ed è punita con l’arresto di terzo grado, quindi con una pena da uno a tre mesi.

Qualche insidia in più può derivare invece dagli acquisti on line, spesso quando si è di fronte a offerte stracciate e su siti non certificati. In questi casi infatti occorrerebbe adottare degli accorgimenti ulteriori per evitare innanzitutto di ricevere delle fregature, e inoltre di non incorrere in guai più seri, come ritrovarsi a casa in Italia i carabinieri dei Nas o a San Marino la Guardia di Rocca o le altre forze dell’ordine.

In generale, gli utenti-consumatori in Italia, in Europa e negli Usa sono molto tutelati, sia dalle leggi e codici sul consumo, sia dagli stessi fornitori dei servizi di pagamento on line. Oltre alle società emittenti di carte di credito che possono anche rimborsare certe spese, servizi come il gigante Paypal, addirittura consentono di segnalare eventuali difetti o controversie tra acquirente e rivenditore e hanno la forza di imporre al rivenditore il cambio merce o il rimborso in determinate circostanze.

A San Marino purtroppo, nonostante alcune recenti norme, manca ancora una legge quadro sul consumo aggiornata e completa e che contempli quindi tutte le nuove e più recenti disposizioni a tutela dei consumatori già introdotte negli altri paesi. Una norma che oltre ad aumentare il livello di tutela dei propri cittadini e aziende, potrebbe inoltre consentire anche le class action, cioè le azioni di gruppo da parte dei consumatori che singolarmente potrebbero non avere la forza di imporsi soprattutto contro grandi aziende.

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