16 Mar Economia domestica o economia della felicità?
Tanti anni fa si insegnava nelle scuole dell’obbligo Economia domestica.
Alcune attività quali il cucito, la cucina, la gestione della casa e l’educazione dei figli venivano insegnate alle nostre nonne. Questo era richiesto a una giovane fanciulla in età da marito, una donna che sarebbe diventata moglie prima e madre poi.
Quando la donna divenne anche lavoratrice le cose iniziarono a cambiare e parlare di economia domestica divenne quasi offensivo e la materia venne tolta dagli insegnamenti scolastici.
Oggi, a cinquant’anni di distanza, le cose sembrano muoversi in una direzione ancora diversa: l’economia domestica, definita come l’insieme di competenze per la conduzione degli aspetti pratici della vita di una famiglia e di una comunità, diventa oggi qualcosa di imprescindibile.
Fanno parte di questa disciplina conoscenze in materia di alimentazione, gastronomia, igiene, puericultura, merceologia e, ovviamente, programmazione economica.
Forse oggi non si impara più a farcire il tacchino perfetto o ad attendere sorridenti il marito alla finestra, l’attenzione è volta a creare un atteggiamento sostenibile e anticrisi.
La gestione della casa è attenta agli sprechi, indirizzata perciò verso il risparmio ma anche rivolta al rispetto per l’ambiente; si discute sull’uso di prodotti naturali o a chilometro zero, per un vantaggio proprio ma anche del territorio in cui si vive.
Le nonne si stupirebbero di trovare all’opera qualche maschietto e sicuramente avrebbero qualcosa da ridire visto che nessuno più si cura di avere il corredo inamidato o il servizio “buono”; ma sarebbero anche orgogliose di vedere riscoperti quei rimedi vecchi di cent’anni che aiutano a sopravvivere ai raffreddori invernali o rispolverate le macchine da cucire.
Non tutto perciò è stato cancellato, alcuni saperi vengono recuperati mentre altri giudicati superati vengono sostituiti da un nuovo approccio più moderno dovuto naturalmente a nuove e diverse necessità: la perfezione e la forma sono rimpiazzati dal risparmio e dalla sostenibilità.
Vediamo come corsi di NUOVA ECONOMIA DOMESTICA si organizzano nelle principali città italiane.
I corsi sono dedicati a chiunque, uomini e donne, vogliano dedicarsi a una migliore gestione della casa imparando le basi dell’economia domestica ma anche le piccole ma utilissime strategie salvatempo. Il tutto spesso condito in salsa agrodolce con qualche consiglio di natura psicologica per riportare la felicità al centro dell’analisi.
Vediamo ora in sintesi quali siano le principali aree di intervento:
ECONOMIA DOMESTICA: Il budget casalingo, come impostarlo e le strategie finanziarie per gestirlo al meglio / Tutti i modi per spendere meno, acquisti via internet e Gruppi di Acquisto / Cercare, selezionare e formare il personale di servizio / Gestire al meglio il network dei negozianti vicini a casa
LAVORO DOMESTICO: Le regole di base per avere un casa ordinata Ordine nelle camere / I dettami per riporre adeguatamente i vestiti nell’armadio / Come effettuare in modo rapido ed efficace il Cambio di Stagione / Riordinare i giocattoli dei bambini: strategie salvatempo / Ordine in cucina / Come mettere in ordine il frigorifero e riporre la spesa / Far ordine in cucina imparando a riporre piatti, pentole e bicchieri nella maniera corretta
GREEN ECONOMY per indurre comportamenti virtuosi (le cartoniadi del Comune di Milano, per esempio), car sharing e car pooling (trasporto pubblico sostenibile).
FINANZA ETICA E BANCA ETICA: home banking, presentazione di esperienze della moneta parallela per stimolare spesa a km 0, finanza etica.
CONSUMO COLLABORATIVO E CRITICO: commercio equo e solidale, gruppi di acquisto solidale, banca del tempo, couchsurfing
Aristotele, nelle sue Lezioni di Politica, in particolare il Libro I, dove tratta il tema della crematistica, cioè l’amministrazione delle ricchezze (da chrèmata, «cose, sostanze»), precisa che l’unica forma di crematistica che rientra nell’economia domestica è quella «naturale», che procaccia i beni necessari per vivere bene. Vi è poi un secondo tipo di crematistica, che mira ad acquisire ricchezze illimitate e quindi non fa parte dell’economia: essa soddisfa bisogni secondari ed è artificiale in quanto frutto di false necessità.
Riscoprire dunque quelle che sono le reali necessità, liberandoci dai numerosi orpelli, è la prima strada per creare un nuovo equilibrio nella vita di ognuno di noi.
Marco Mariani
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