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Quando un ritardo può costare caro

Quando un ritardo può costare caro

C’è chi di arrivare in ritardo ad un appuntamento ne ha fatto un status symbol, come Marilyn Monroe che faceva attendere anche fino a 4 ore o chi ha contribuito a esportare ben oltre i confini dello Stivale, l’italianissimo “quarto d’ora accademico”, ma non sempre “il ritardo” viene tollerato, anzi, a volte può costare caro, soprattutto quando si tratta di scadenzi economiche.

In ambito finanziario, infatti, rispettare le scadenze è davvero una buona regola, anche in caso di rimborso tramite RID (addebito sul conto corrente). Bisogna infatti verificare sempre con la massima attenzione che la rata sia stata regolarmente pagata dalla banca, e che il pagamento sia andato a buon fine. E questo perché, anche se la causa dell’eventuale ritardo non è imputabile al debitore, gli istituti di credito provvederanno a registrare il ritardo con tutte le conseguenze che ne derivano.

Al primo ritardo, viene applicata una mora, con interessi maggiorati di una determinata percentuale stabilita dalla legge. Poi scatta la “registrazione” con il rischio di compromettere l’affidabilità creditizia con ripercussioni sulla futura concessione di altri prestiti da altre banche o finanziarie (perché i dati vengono condivisi dall’intero sistema). Infine si può procedere con la risoluzione del contratto, e a volte l’ente finanziatore può risolvere il contratto unilateralmente anche per il mancato pagamento di una sola rata.

In ogni caso, la banca o finanziaria prima di registrare il ritardo in banca dati avverte il cliente intimandolo a pagare (messa in mora). Inoltre ci sono delle differenze nel caso si tratti del primo ritardo o di ritardi successivi nei pagamenti che di conseguenza determinano la permanenza dell’iscrizione nella banca dati della Centrale Rischi da 12 fino ad un massimo di 36 mesi (anche qualora il ritardo non sia sanato) dalla data di scadenza contrattuale del rapporto o dell’ultimo aggiornamento (a seconda delle regole sui tempi di conservazione dei dati nei SIC).

La segnalazione, però, fino a quando ne resta traccia, può impedire che si possa ricevere un nuovo finanziamento in futuro, indipendentemente dalla finanziaria o società a cui si chieda il finanziamento.

I rischi di ritardi e mancati pagamenti riguardano anche il trasferimento della pratica dalla società che ha offerto il finanziamento a una società di recupero crediti che per il cliente si traduce subito in una lettera di monito in cui può venire intimato di rimborsare non solo le rate insolute, bensì anche l’intero debito residuo e poi inizieranno una serie di telefonate di sollecito che possono risultare anche parecchio insistenti e fastidiose. Il consumatore poi sarà costretto a trattare con un soggetto che non è più la società che gli ha erogato il credito, ma una società terza, con sede magari in una diversa città. E a volte, inoltre, nel tentativo di ripristinare il beneficio del termine, al consumatore viene chiesto il rilascio di cambiali, a “garanzia” dei pagamenti futuri. Per non parlare poi degli interessi di mora, delle spese di recupero e delle ulteriori spese che gli vengono addebitate a seguito del ritardo.

E il cittadino sammarinese? Va precisato che in Repubblica non esiste una Centrale rischi e neppure l’erogazione del credito al consumo come avviene in Italia. L’unico parametro ufficiale quindi per la valutazione dell’insolvenza risulta il bollettino dei protesti. Però il sammarinese o il residente che volesse accedere a forme di finanziamento per acquisti di articoli di consumo, può rivolgersi in Italia a istituti del Belpaese, e di conseguenza, in caso di ritardati pagamenti, viene segnalato alla centrale rischi italiana.

Infine una raccomandazione: prestare attenzione ai finanziamenti che si chiedono, non è un consiglio utile solo quando ci si rivolge a società finanziarie. Possono rientrare nelle formule del finanziamento per credito al consumo, infatti, anche gli acquisti di auto oppure quelli a rate per un telefonino che si compra direttamente dall’operatore telefonico. Anche in questo caso infatti, i ritardi nel pagamento delle rate, possono far scattare la segnalazione alla Centrale rischi e compromettere nuove rateizzazioni in futuro.

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