05 Giu FURY – Istinto e ragione, la ferocia dell’animale e l’evoluzione della ragione. Ovvero ” gli ideali sono pacifici la storia è violenta”
FURY
Istinto e ragione, la ferocia dell’animale e l’evoluzione della ragione. Ovvero ” gli ideali sono pacifici la storia è violenta”.
Un film di David Ayer. Con Brad Pitt, Shia LaBeouf, Logan Lerman, Michael Peña, Jon Bernthal
Aprile 1945, seconda guerra mondiale, l’America attacca la Germania.
Culture, tradizioni diverse ma aggregate dall’unico denominatore comune: l’uomo.
Un film che parla di guerra, ma finalmente diverso rispetto tanti altri. Non abbiamo in questo caso una visione di patria ben definita, non si sa bene chi siano i buoni o i cattivi. Certo, la storia e i fatti parlano chiaro, Hitler maniaco compulsivo e visionario ha sterminato milioni di esseri umani, quindi i cattivi erano le SS tedesche, non c’è dubbio! Ma l’operazione in se non definisce usi e costumi di un paese o di un altro. Abbiamo semplicemente l’uomo, l’essere umano evoluto e ragionevole, uguale per forma e sostanza in tutto il mondo. Il racconto si basa sulle contraddizioni oggettive che ha l’uomo in se. Il bene e il male sono insiti nell’uomo. Il bianco e nero, lo yng e lo Yang, tesi e antitesi, l’uomo come centro dell’universo ancora una volta è protagonista a Hollywood.
Il messaggio che l’industria cinematografica americana dirige attraverso la narrazione della Seconda guerra mondiale è molto chiaro: siamo noi, esseri umani consapevoli a creare e distruggere, siamo noi esseri viventi del pianeta se scegliere di evolvere oppure no. Come affrontiamo i drammi? Quali sono i drammi comuni dell’uomo? Che sia esso asiatico, europeo, africano? È solo uno status di nascita che ci dà un’impronta, un nome o una tradizione. Siamo esseri umani uguali l’uno all’altro. La vulnerabilità è umana.
Quale evoluzione ha avuto l’uomo nei secoli, chi eravamo prima? Animali, istintivi, feroci per la sopravvivenza, protettivi verso i cuccioli. Facevamo branco anche allora per protezione comune, seguendo comunque gerarchie e regole.
Brad Pitt, protagonista assoluto del film si è dimostrato un bravo attore, un capace interprete del sentimento e del dramma umano soprattutto nella prima parte del film. Credibile, nei panni dell’eroe, forte e ferito da una guerra massacrante, accompagnato da uomini, i suoi compagni, grandi attori che gli hanno reso la strada un po’ più facile in questa interpretazione davvero difficile. Il Sergente Pitt, ha lavorato nella preparazione al personaggio sicuramente sul suo animale interno, le prime immagini lo ritraggono come un leone deciso e determinato, finalmente ho visto un fatto concreto nei suoi occhi. Ricorda Robert Redford in una delle sue migliori interpretazioni. Pitt ha accettato di attraversare i propri drammi personali con grande onestà intellettuale e serietà. Dimostra una forte rabbia e al tempo stesso l’urgenza di giustizia e rispetto. Purtroppo ha un limite e nella seconda parte del film cede un po’ di attendibilità. Bella la regia, attenta e rispettosa. Immagini forti ed equilibrate; Da un cavallo bianco libero in mezzo ad un campo di battaglia colmo di cadaveri, a un interno povero e scialbo con le uniche due figure femminili di tutto il film, silenti, pure e spaventate. Bellissime controscene di fondo, con una visione poetica e al tempo stesso drammatica dell’uomo messo faccia al muro in fila pronto a essere ucciso. Ottimo lavoro di makeup ed effetti scenografici. Forse un po’ distratto il reparto costumi…. Le divise sembrano moderne, ma utilizzando questa guerra come racconto sulla debolezza e sulla forza umana senza tempo, forse era giusto non essere troppo specifici.
Una nuova visione di guerra quindi. A tratti “guerre stellari” a momenti “il buono il brutto e il cattivo” ma moderna in ogni sua parte. Bellissima la fotografia, pochi colori e neutri.
Bellissimi i titoli di coda. Film consigliato.
Fabrizio Raggi
Sorry, the comment form is closed at this time.