03 Lug Cinema – Pittura – Flamenco
Meno male esiste l’arte!
Questa settimana non parlerò di cinema, …anche se vi consiglio con tutto il cuore di andare al settebello di Rimini a vedere Eisenstein in Messico. Un film di Peter Greenaway. Non perdete la possibilità di vedere sul grande schermo meravigliose immagini perfettamente equilibrate in ogni forma, poetiche e struggenti. Non perdete la possibilità di vedere un gran bel film, nessun regista, dopo Luchino Visconti , ha toccato o conosciuto un eleganza simile.
L’arte, quando fatta con cognizione di causa, quando attuata con motivazione soggettiva, quando nasce da una vera urgenza, da un grido di dolore, piuttosto che da una grassa risata ha senso! Quando ci emozioniamo, quando vibriamo, quando il cuore batte forte forte, allora, solo allora l’arte è presente. E’ solo in quel momento che creiamo un fatto, ne prima ne dopo, …prima e dopo siamo in preparazione o in un finale, forse tragico, forse comico; è solo l’attimo in cui riceviamo un informazione con noi stessi dopo avere preparato il terreno in maniera assolutamente onesta e non filtrata da resistenze, è solo quando attraversiamo serenamente e umanamente un emozione, un bisogno primario, dandoci la possibilità di leggere oltre a quello che un artista mette in copertina , che creiamo e viviamo.
Dico questo perché ho vissuto 2 bellissime esperienze negli ultimi giorni. Ho visto una mostra di pittura in anteprima, anche perché inaugura questa sera a Riccione alla fondazione Chicchetti Fontanesi Pantaleoni, una personale di Dante Pantaleoni, e ho assistito ad un concerto di Flamenco degno di grassi applausi di un giovane gruppo promettente gli ALMADIRA! Ma andiamo per ordine: Pantaleoni, Artista poliedrico e assolutamente moderno ha prodotto tra gli anni 40 e 70 opere strepitose, pitture, sculture di grande impatto e verità. Scrisse un manifesto sul PRESENTISMO agli inizi degli anni 40, geniale! Oggi vero più che mai; Innalza la verità del attimo di un sentimento, ne prima ne dopo ma qui e ora, …forse troppo veloce quel sentimento per capirne l’origine e per capirla lui stesso, dico io, ma non importa, “è il sentire del momento” dice, “e su quello creare e fermare l’immagine“. Questo pensiero lo realizza a mio avviso soprattutto con le sculture, vere e proprie voci di dentro che nascono dalla terra prendendo forma. All’interno della mostra abbiamo una sala di opere realizzate soprattutto negli anni 50. Usava un materiale ancora sconosciuto a noi, una pasta, un insieme di elementi, simili alla tecnica pompeiana di stucco o mosaico, realizzando opere sublimi, emozionanti e vere. Ecco, se volete visitare una bella mostra di pittura, da questa sera fino fine agosto andata in Viale Ceccarini , 19 inaugura “100 anni di ricerca 1000 attimi di vita 100 opere di Dante Pantaleoni” . La cosa ancora più bella è che scrisse un pensiero, sul quale poi fecero una personale di maioliche dipinte intorno al 50’ dal titolo 1+1= 3 NON E’ VERO MA E’ BELLO…. a buon intenditore poche parole.
Ieri sera invece, a Forlì, alla collina dei conigli, ho assistito ad un concerto di flamenco davvero interessante! Gli ALMADIRA. Un trio strepitoso, Giulio Cantore chitarra e voce o come si definisce lui un chitarraio, costruisce chitarre e le suona molto bene, Fabio Mina flautista, ha suonato flauto traverso e altri flauti con grande maestria e tecnica, ed un grande, davvero grande, percussionista Stefano Fabbri. Il Flamenco non è facile, per niente, tempo e controtempo, ritmo sangue e anima. Emozionanti nella presentazione del loro primo disco. Una decina di brani suonati e cantati con tutta l’anima del flamenco. Cantore utilizza la tecnica del pizzicato, tipico per il flamenco, muovendo la corda dal basso verso l’alto facendola vibrare tra chiuse di suono battute con le dite sul legno della chitarra. Il flamenco lo vivi proprio nel tempo e contrattempo, realizzando così una serie di suoni, di mantra, che muovono l’anima, regalano immagini e sensazioni, ti portano in luoghi sconosciuti, caldi e contaminati da vizi e virtù umane. Un viaggio gitano di un suono scomposto e riorganizzato, radici latine contaminate da un urgenza attuale di sopravvivenza e di amore. Gli Almadira mi hanno regalato visioni sincere, bisogni insoddisfatti ancora vergini pronti ad essere vissuti, danzati e respirarti. Frasi evocative, lente e lontane, battute in tempo a sottolineare il ritmo cardiaco carico di vita. Li rivedremo ancora il 16 Luglio a Faenza a San Biagio Vecchio e il 25 a Urbino a Camazzalino. Salici, sabbie e sassi. La terra viva ci rende ancora protagonisti , basta guardare oltre e accorgersi che attraverso l’arte e cultura esiste l’evoluzione dell’uomo.
Fabrizio Raggi
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