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Chiedere un consiglio può costare caro

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Chiedere un consiglio può costare caro

Un nuovo adagio da tenere a mente spesso potrebbe essere questo: “Non esistono consigli in ambito professionale, ma solo prestazioni”.

Parlare con un ingegnere, un avvocato o un commercialista in merito a una propria problematica potrebbe infatti costare caro all’ignaro cittadino, il quale potrebbe ricevere una richiesta di pagamento per la consulenza ricevuta anche assai salata.

Non si tratta di storie immaginarie o ipotesi fantasiose, ma questioni reali che riguardano proprio i rapporti e la figura stessa del professionista e che trovano riscontro in casi circostanziati che spesso sfociano in vertenze se non addirittura in cause.

E proprio per regolamentare meglio la materia, era intervenuto in Italia nel 2012 il governo Monti con un decreto che prevedeva l’obbligo per il professionista di redigere un preventivo scritto al cliente, così da fornire già una stima indicativa dei costi di quella che sarebbe stata la prestazione professionale richiesta. Un decreto che poi perse la sua forza impositiva in sede di conversione in legge: fu eliminato tale obbligo stringente e la relativa sanzione disciplinare comminata al professionista negligente.

Su richiesta del cliente, tuttavia, il professionista, deve comunque redigere un preventivo di massima che indichi la misura del compenso che deve essere adeguato all’importanza dell’incarico e che deve indicare tutte le voci di costo delle prestazioni, comprensive di spese, oneri e contributi.

Tali disposizioni prevedono anche che il professionista, nel preventivo di massima, indichi i dati della polizza assicurativa (ogni professionista è obbligato a stipularne una, tanto in Italia quanto a San Marino) per i danni provocati nell’esercizio dell’attività professionale.

Per evitare problemi basta infatti chiedere il preventivo anche semplicemente via email.

Procedere invece in assenza di preventivo, avendo però fornito al professionista i propri dati personali o riferimenti del caso, equivale all’assegnazione dell’incarico o comunque della consulenza, e quindi il professionista stesso sarà autorizzato a richiedere il pagamento del proprio onorario.

In Italia la materia è di nuovo al vaglio di governo e parlamento, attraverso il disegno di legge sulla concorrenza, che prende in esame una serie di ulteriori aspetti e che in sostanza reintroduce l’obbligo del preventivo scritto da parte del professionista.

Fino a quando tuttavia tale obbligo non sarà trasformato in legge, nel caso ci si rivolga a un professionista è consigliabile chiedere sempre un preventivo di massima, anche semplicemente tramite mail, e nel caso il professionista tergiversasse sulla materia, andrebbe valutata seriamente la possibilità di rivolgersi a qualcun altro. E questo tanto in ambito legale, quanto in altri settori, compreso l’ambito sanitario come per un check up dentistico.

E soprattutto non bisogna mai dimenticare di leggere sempre tutto, prima di firmare, anche le norme sulla privacy infatti, possono contenere clausole vessatorie.

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