04 Apr E vissero per sempre infelici e contenti
Alzi la mani chi, suo malgrado, non ci si è trovata dentro sino al collo, parlo di quelle relazioni catalogate da facebook alla voce stato sentimentale, con la locuzione “storia complicata in corso”, premessa alla fine di ogni rapporto o volano per una storia con tutti i crismi.
I diari sentimentali cartacei o mentali di ogni donna ne sono stracolmi, sono quelle storie che partono in quarta sembrano regalare l’illusione di una passione travolgente, di una perfetta comunanza di pensieri e progetti, di un’affinità così profonda da presentare qualcosa di alchemico.
Storie che poi invece di mantenersi all’altezza delle promesse, si sfracellano al suolo senza apparente motivo, lasciando attonite donne in preda allo sconforto più grande. Via libera allora alla ricerca di spiegazioni, per non impazzire l’unica via d’uscita sembra essere la razionalizzazione del tutto, ecco allora che partono le possibili interpretazioni, ottenute facendo scendere in campo una schiera di amiche fidate, di conoscenti, di esperti, quando un pensiero diventa ossessivo pur di sentirsi alleggerite e consigliate si è disposti a condividerlo con tutti. Arriva sempre l’esperto di turno che trova spiegazione al tutto nella lapidaria esternazione “gli piaci ma non abbastanza”, che è poi la tesi e il titolo di un divertente film di qualche anno fa, al centro donne che dopo il primo incontro e batticuore conseguente, spendono i giorni successivi nell’attesa di una telefonata che non arriva. Lo sperimentiamo un po’ tutte, dalla scuola materna in poi, dopo la legge di gravità la legge della fisica più universale e studiata è quella fondata sul teorema “desidero chi non mi vuole”, il bimbo che all’asilo coglie fiori per tutte tranne noi, quel ragazzo che al Liceo dopo la prima uscita scompare nel nulla, quell’uomo che dopo aver promesso davanti al portone di casa nostra “ti chiamo presto” si dà alla macchia, condannandoci a passare settimane all’insegna di un rapporto simbiotico con il nostro cellulare, che per l’occasione si trasforma in una sorta di oracolo che si consulta e spia mille volte al giorno. C’è chi la butta su un problema di spazi e mancato rispetto, chi invoca la famigerata fobia maschile per l’amore, chi ancora ne fa una questione di “mosse e possibili strategie”.
L’argomento è al centro di un libro “Gli amori briciola. Quando le relazioni sono asciutte” di Umberta Telfner. Il libro analizza quei rapporti che partono a mille e poi si interrompono, come se fosse improvvisamente stato tirato il freno a mano.
Il libro si divide in due parti, una racconta questo tipo di relazioni e le persone che sperimentano questo tipo di rapporto che lascia l’amaro in bocca, fa sprofondare in un baratro di incertezze e sensi di colpa; la seconda parte propone una storia briciola, una piccola narrazione di questo tipo di dinamica, che viene spiegata attraverso lo svolgersi degli eventi ma anche attraverso alcune ipotesi sulle ragioni psicologiche della separazione, arrivata quando la relazione era in fase di decollo e sembrava avere tutte le carte giuste per partire alla grande.
E’ difficile che un amore briciola interrotto in maniera brusca riparta, bene invece lasciare che le cose decantino per un pò senza stare a crogiolarsi su pesi e responsabilità. Non è escluso che in fin dei conti questa affinità che non si è tradotta in amore possa dare vita a un rapporto di amicizia equilibrato e coinvolgente, magico e alchemico. A volte la vita non ci regala ciò che gli avevamo chiesto ma qualcosa di diverso, di giusto per noi che alla fine si rivela di gran lunga la soluzione migliore.
Chiara Macina
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