18 Nov La doppia spunta blu
Appena inserita ha subito scatenato una serie di reazioni, anche contrastanti, tanto da essere subito modificata con l’introduzione della possibilità di disabilitarla. Stiamo parlando della “spunta blu” cioè la possibilità inserita dal noto sistema di messaggistica istantanea, WhatsApp, di verificare se il destinatario ha visualizzato e letto il messaggio inviato.
Controllare infatti se un messaggio, o comunque un invio qualunque, sia effettivamente ricevuto dal destinatario, ma anche letto o visionato, è il cruccio di ognuno al momento dell’invio di qualcosa.
Nelle lettere e nei pacchi, c’è la ricevuta di ritorno della raccomandata, nei messaggi di posta elettronica ci sono le richieste di lettura e di recapito, anche nei messaggi via SMS era possibile già dall’inizio della loro introduzione (in quel caso pagando come se fosse un ulteriore messaggio) avere conferma della ricezione da parte del destinatario.
In WhatsApp, società acquistata da Facebook per ben 19 miliardi di dollari, era stata introdotta una nuova evoluzione del servizio, non solo la conferma di invio e di ricezione del destinatario, ma anche di lettura. Impossibile a quel punto sfuggire in caso di mancata risposta.
Ma la società, dopo le reazioni degli utenti, ha già inserito la possibilità, per arrivare a disabilitare questa funzione, evitando quindi che ci invia un messaggio veda colorarsi di blu la doppia spunta.
Miglioramento o complicazione?
La risposta potrebbe non essere semplice dato che si sono registrate numerose reazioni in entrambi gli ambiti. Di base bisognerebbe considerare che offrire un servizio in più apre sempre a nuove e ulteriori possibilità, il problema quindi in generale si pone quando i nuovi servizi arrivano in automatico senza la possibilità di scelta da parte dell’utente.
Ogni cambiamento produce reazioni contrastanti infatti.
Curioso, riguardo la doppia spunta blu di WhatsApp, leggere addirittura servizi per fornire e suggerire “scuse” per la mancata risposta a un messaggio, del tipo “si l’ho letto, ma poi mi si è scaricato il telefono”, oppure “i miei amici di calcetto mi hanno preso il telefono e cambiato il linguaggio in arabo e non capisco più nulla”, o “l’ho letto mentre guidavo e non era il caso di rispondere dato che c’era molto traffico e rischiavo di tamponare qualcuno”, ecc…
Tra gli aspetti da valutare c’è comunque anche quello di chi vuole mantenere una certa riservatezza o comunque non esser condizionato ad una risposta per forza. Il nuovo servizio inoltre consente anche, selezionando la voce “info” del messaggio, conoscere anche la data e l’ora di lettura del messaggio.
Il mandare un messaggio non può contenerne un secondo intrinseco che imponga la forzata risposta. Chi invia deve considerare che è comunque sempre una richiesta quella che produce, a cui si può rispondere tramite diverse modalità, compresa la sola visione.
Da valutare invece gli usi distorti che si potrebbero configurare, come sempre accade per ogni cosa, da un abuso di questa nuova possibilità, soprattutto da sistemi professionali di messaggistica, dato può fornire diversi dati a partire dalla verifica di ricezione o meno fino all’ora esatta di visualizzazione. Anche ai fini di strategie di marketing e non solo.
Una possibilità che fa certo gola visti gli oltre 50 milioni di messaggi scambiati ogni giorno su WhatsApp, che conta oltre 500 milioni di utenti.
Anche questa vicenda, come del resto l’intera materia lo è da tempo, verrà comunque affrontata da parte delle varie autorità della privacy, con tutti successivi ed eventuali correttivi ai servizi, che ne deriveranno.
Intanto la società ha dato oltre al classico colpo al cerchio anche uno alla botte. Nei giorni scorsi ha rilasciato infatti un aggiornamento sulla sicurezza che rende ben più protetta la privacy di chi utilizza WhatsApp. Il nuovo metodo di criptazione infatti non consente neppure alla stessa società, in caso di richieste delle autorità giudiziarie, di decriptare il messaggio, proteggendo quindi al momento, dal grande “orecchio” della Nsa americana.
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