21 Lug Casa dolce casa… ovunque sia
“Casa mia, casa mia, pur piccina che tu sia, tu mi sembri una badia” recita un vecchio proverbio italiano. E la casa è un bene così importante che su di esso sono state scritte canzoni, favole, centinaia di proverbi e ovviamente anche messe tasse e balzelli.
Proprio queste ultime, non solo sulla casa, ma in generale sull’attività quotidiana, sommate a precarietà, crisi, ecc… spingono sempre più persone a pensare o tentare di “mollare tutto” per intraprendere una vita all’estero. E una volta che si è deciso di stabilirsi all’estero definitivamente si cerca anche di comprare casa.
Ad aiutare in questa ricerca, c’è di sicuro internet: sono infatti migliaia i siti specializzati, tanto che una ricerca su Google di “comprare casa all’estero” dà oltre 600mila risultati.
Per chi davvero si volesse cimentare in un acquisto così importante in un paese estero, come prima cosa, ovviamente, dovrebbe informarsi bene sulle leggi vigenti nel luogo in cui s’intende investire, questo perché la legislazione può essere anche molto differente.
Al contrario di quanto avvenga a San Marino, dove l’acquisto di un immobile per un forense, si basa ancora su una procedura di derivazione medievale, per un sammarinese l’acquisto di un’abitazione all’interno dell’Ue è abbastanza semplice, quasi come per un altro cittadino comunitario. Serve però, ad esempio per l’Italia, l’ottenimento del codice fiscale.
Altri accorgimenti pratici che è bene seguire, quello di stipulare un contratto preventivo prima di versare una qualsiasi somma, come per esempio una scrittura che legalizzi la compravendita ed eviti che la casa venga venduta a qualcun altro mentre la trattativa procede, e che tenga traccia del denaro versato. In questo caso va posta particolare attenzione alle leggi, perché in certi Paesi, l’accordo preventivo è vincolante e obbliga ad acquistare l’immobile, anche se poi si cambia idea.
In seguito va stipulato l’accordo di vendita vero e proprio, anche in questo caso va tenuto ben presente che, non in tutti i Paesi esteri, la legislazione richiede obbligatorio “legalizzare” l’atto di vendita, ma per una completa sicurezza è bene far redigere tale atto da un notaio. Con l’accordo di vendita la casa doverbbe definitivamente essere di del nuovo proprietario (previo naturalmente il versamento della somma in denaro, richiesta da venditore), ma nella maggior parte dei paesi ciò si realizza solo nel momento della trascrizioni in appositi registri, quindi è bene verificare se siano presenti o meno.
Purtroppo, per quanto si possa essere ferrati in materia di compravendita immobiliare, il rischio di portare avanti una trattativa da soli è molto alta, quindi conviene sempre affidarsi alle agenzie immobiliari locali, anche perché potrebbe esserci l’ostacolo della lingua, o aspetti legati alla tassazione non previsti nel contratto con il proprietario che potrebbero far variare significativamente la cifra finale, come ad esempio il trasferimento e il cambio di denaro nella valuta di quel Paese, le spese di traduzione dei documenti, la stima dell’immobile da parte di professionisti, le spese per la messa a norma dell’edificio secondo le leggi vigenti, eventuali certificazioni (quelle energetiche per esempio) e perizie da parte di specialisti, ecc… Va tuttavia specificato che, spesso, il prezzo degli immobili dichiarato dalle agenzie, non comprende appunto queste spese, quindi va sempre chiesto.
Altro accorgimento, la visita diretta all’immobile, evitando di fidarsi solo delle foto. In quella occasione (anche se sarebbe meglio che le visite fossero più d’una), si può anche approfittare di chiedere o raccogliere informazioni a chi abita nello stesso stabile e ai vicini.
Uscendo dall’Europa aumentano di sicuro le complicazioni burocratiche, soprattutto se ci si sposta in paesi asiatici. In India, che è uno stato federale, possono esserci leggi diverse da stato a stato che limitano la possibilità per i non residenti. Potrebbe anche essere richiesto di aprire una società prima di ottenere il permesso all’acquisto. Come regola di base bisogna trascorrere prima in India 6 mesi, poi, con l’ottenimento della residenza si può procedere con l’acquisto dell’abitazione.
Dall’altra parte del mondo, gli Stati Uniti d’America, comprare casa è piuttosto semplice, basta dimostrare, per i non residenti, di disporre di almeno il 10% in contanti del costo dell’immobile. Inoltre esistono database dove sono inserite tutte le abitazioni con lo storico dei vari passaggi di proprietà e prezzi pagati. Dal 1980 è stata varata una legge proprio per regolamentare gli investimenti immobiliari di cittadini esteri che intervengono soprattutto nel livello della tassazione.
Per chi fosse affascinato dal Brasile invece, deve tenere presente che ogni immobile è registrato pubblicamente tramite un documento denominato “matrícula” e la sua verifica è semplice, basta recarsi presso l’ufficio del registro immobiliare. Però c’è una verifica preventiva da fare nei confronti del proprietario da cui si vuole comprare, perché in Brasile un soggetto (persona fisica o giuridica) non può vendere un immobile se non è in regola con le dichiarazioni fiscali e il pagamento delle imposte statuali e federali, sia personali che dell’immobile stesso oggetto della scrittura pubblica di compravendita.
Infine, tornando da questa breve panoramica per il mondo all’Europa e dando uno sguardo ai piccoli Stati, non può non saltare agli occhi la differenza tra San Marino e il principato di Monaco, dove per ottenere la residenza è prima necessario acquistare un immobile (i costi al metro quadro vanno dai 15mila euro ai 150mila, con una media non inferiore ai 30mila euro) e poi si può fare domanda per la residenza, mentre sul Titano è il contrario. E ovviamente, prima di comprare un immobile nel piccolo principato, bisogna aprire un conto corrente in una banca monegasca per dimostrare di avere le possibilità finanziarie per eseguire la propria proposta d’acquisto o di affitto per un appartamento e per mantenersi.
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