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Principesse alla riscossa

Principesse alla riscossa

A vestire i panni di una principessa ci abbiamo provato un po’ tutte, magari fingendo di abitare in un Castello incantato, trascorrendo il tempo a farci belle per l’arrivo di un valoroso condottiero.

C’erano  una volta le principesse, per lo più ritratte in abito svolazzante e lungo dai colori pastello, con vaporose chiome al vento, modi gentili, espressione in eterno bilico tra sognante svenevole ed interdetta, sempre sul punto di venire meno, essere rapite o salvate, perennemente in balia degli eventi, eternamente in attesa dell’intervento salvifico del principe azzurro, di un bacio che  risvegli oppure di un cavaliere che uccida il drago.

Le principesse c’erano e non ci sono più, oggi ci sono le donne.

Mamme trafelate e di corsa, che sperimentano quotidianamente la sensazione di avere in testa una sorta di torre di controllo aereo tanti sono gli impegni della giornata, che si destreggiano tra i propri progetti lavorativi, le incombenze e gli impegni extrascolastici dei figli, donne spesso sull’orlo di una crisi di nervi, che si dividono tra una riunione di lavoro e un compleanno in sala giochi, ma lo fanno con disinvoltura, facendo del proprio meglio, consapevoli che è  condividendo con i figli il senso che si è dato alla propria vita e non delegandolo loro che si è veramente felici.

Donne meravigliose spesso in pantaloni e scarpe basse per correre più veloci, ma che non rinunciano certo alla loro femminilità, con vestiti dai colori decisi e perché no? accessori punk, bracciali con borchie e anfibi ai piedi, fanciulle ben organizzate che sanno cosa vogliono e non hanno paura di chiederlo, che stilano liste kilometriche perché hanno capito che l’arma vincente per essere mamma, donna, lavoratrice, compagna e altro risiede nell’organizzazione, la vera anima del commercio. Donne che al posto della bacchetta magica usano l’iPhone, ben radicate e con senso pratico, ma sensibili, che si commuovono per ogni progresso e sorriso del proprio bambino ma non aspettano più che l’aiuto cada dall’alto, o ancora peggio dal principe azzurro.

A sottolineare senza mezzi termini l’acquisto di consapevolezza della donna della proprie capacità ci pensa un libro: “La fine del maschio e l’ascesa delle donne”, della giornalista e scrittrice americana Hanna Rosin. Questa la tesi sostenuta: in questo preciso momento storico, le donne non stanno più tentando di accorciare le distanze dagli uomini, perché li hanno già definitivamente superati, e anche di un bel po’.

Il principe che fa? Lava la calzamaglia forse, non molto altro.

Una bellissima tesi, foriera di grande verità.

L’universo femminile è più flessibile maggiormente in grado di reinventarsi, con  una versatilità superiore a quella dell’uomo, in grado di trasformare la crisi in un’opportunità con creatività, trovando soluzioni coraggiose e alternative, arrivando a  superare il cosiddetto“sesso forte” , termine quanto mai anacronistico, non solo nella famiglia, nell’amore e nel matrimonio, ma anche nel lavoro e nella carriera, con profonde conseguenze sulle dinamiche di potere. Forte di dati alla mano supportati da statistiche, interviste, ricerche, la Rosin rivela che la rivoluzione femminista è già arrivata al traguardo. E’ finita l’era del sesso dominante, principesse armatevi!

Chiara Macina

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