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La guerra dei poveri

La guerra dei poveri

La disoccupazione è definita come mancanza di un lavoro per una persona in età da lavoro che lo cerchi attivamente, sia perché ha perso il lavoro che svolgeva (disoccupato in senso stretto), sia perché è in cerca della prima occupazione (inoccupato).

È la condizione opposta all’occupazione.

Pareva doveroso partire dalla definizione, in quanto tutti siamo pienamente coscienti di come il lavoro caratterizzi in modo netto la nostra vita, molto spesso in senso positivo, talvolta negativamente.

Analizzando i dati statistici dei disoccupati sammarinesi degli ultimi cinque anni (www.statistica.sm), risulta evidente il grave incremento in termini di disoccupati totali, dove assistiamo ad un raddoppio dei numeri tra il 2009 e il 2014.

In termini di disoccupazione in senso stretto, fatto ancor più grave, assistiamo nei cinque anni ad una triplicazione dei numeri di coloro che hanno perso un lavoro.

Nella classificazione per titoli di studio, vediamo come non vi sia una particolare categoria, nemmeno quella dei laureati, che ha avuto un destino migliore, in quanto il peso percentuale delle diverse categorie sul totale, rimane pressochè invariato nel quinquennio. Questo è un evidente segnale della trasversalità di questa crisi economica e delle attuali difficoltà del sistema paese nel ricollocarsi dal punto di vista economico.

La classificazione dei disoccupati in senso stretto per fasce di età, ci mostra invece un dato particolarmente preoccupante a livello di impatto sociale: nella fascia di età tra i 35 ed i 55 anni assistiamo negli ultimi cinque anni, oltre ovviamente a numeri complessivi più che triplicati, anche un progressivo aumento di circa il 10% di questa fascia sul totale.

È chiaro dunque come si stia creando un problema conseguente di natura familiare-sociale, in quanto colpisce la fascia di età tipica di chi assume il ruolo di capofamiglia ed ha quindi forte necessità di produrre reddito.

In questo panorama desolante si è poi creato un problema strutturale di concorrenza sleale tra lavoratori disoccupati, in quanto, chi ha da poco perso il lavoro ed ha ancora in essere il sostegno occupazionale, è nettamente avvantaggiato nella ricerca di un posto di lavoro, rispetto ad il disoccupato di serie B, che ha già esaurito il periodo di sostegno previsto dalla Legge.

Per assurdo si crea così una grave discriminazione, in quanto ovviamente un datore di lavoro sceglierà quasi sempre, a parità di preparazione professionale, il lavoratore su cui avrà un risparmio fiscale e contributivo maggiore.

In questo piccolo stato-paese non dovrebbe essere un ostacolo insormontabile, seppur nelle molteplici difficoltà, risolvere un problema che, se contenuto, in temini assoluti si attesta ad oggi tra le 1200 e le 1400 unità.

La nuova strategia di promozione del sistema economico sammarinese, dovrebbe infatti portare ad una ripresa progressiva del sistema impresa, con l’attrazione di nuovi investitori ed una crescente ripresa del mercato del lavoro, purchè non si ricada nelle le solite discussioni sterili, condite da un velo di falsa moralità, su argomenti o settori economici considerati tabù, legati anche al tempo libero e al divertimento.

Tutto ciò senza dimenticare che ancora tutti noi viviamo in uno stato sovrano che dovrebbe essere in grado di decidere la propria strategia economica in modo autonomo, nel rispetto delle regole internazionali.

 Marco Mariani

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