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Doppia proroga per la voluntary disclosure

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Doppia proroga per la voluntary disclosure

Due mesi di tempo in più, fino al 30 novembre, per regolarizzare la propria posizione con il fisco italiano, più un altro mese per completare l’invio dei documenti necessari.

È quanto ha varato questa mattina il Consiglio dei ministri italiano, in merito alla Voluntary disclosure, la procedura che consente a chi ha detenuto capitali all’estero senza mai dichiararli all’erario italiano di avviare una procedura di collaborazione su base volontaria e pagare le relative tasse, con sanzioni assai ridotte.

La voluntary disclosure si è dimostrata in questi mesi una procedura molto complessa, con diversi chiarimenti, circolari e comunicati stampa da parte dell’Agenzia delle Entrate e in molti, tra analisti e professionisti, avevano scommesso su una proroga che è arrivata praticamente nell’ultimo giorno utile, dato che sulla carta domani sarebbe stato l’ultimo giorno per aderire.

Scrive il governo italiano nel comunicato stampa emanato al terrine della riunione del Consiglio dei ministri: “La proroga, in presenza di un numero molto elevato di richieste di adesione pendenti, risponde all’esigenza di riconoscere più tempo per completare gli adempimenti previsti, tenuto conto delle problematiche di recepimento della necessaria documentazione, anche in ragione del fatto che l’acquisizione richiede il coinvolgimento di soggetti esteri”.

La proroga, quella relativa al completamento della documentazione da fornire entro il 30 dicembre, viene estesa anche nei confronti di chi aveva già aderito alla VD.

Dal governo italiano precisano infine che il decreto di proroga della Voluntary Disclosure non ha alcun impatto “sull’applicazione dei presidi in materia di contrasto al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo”.

Va dichiarato anche il denaro che era in cassette di sicurezza

Sempre in tema di voluntary disclosure, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito nei mesi scorsi che il denaro contenuto in una cassetta di sicurezza che non era stata mai aperta dopo il 31.12.2009, per un contribuente che non ha omesso la dichiarazione di capitali detenuti all’estero per il relativo anno d’imposta, non rileva ai fini della procedura di collaborazione volontaria nazionale.

Ma ci sono delle eccezioni. Se infatti tale denaro era detenuto in un Paese black list in violazione degli obblighi in materia di monitoraggio fiscale (San Marino lo è stato fino al febbraio 2014), in un periodo d’imposta per il quale non è decaduta la potestà di contestazione delle suddette violazioni (dal 2009 al 2014) questo dovrà essere indicato nella relazione accompagnatoria della procedura di collaborazione volontaria internazionale come prova della dismissione totale o parziale dell’attività detenuta nel suddetto Paese black list.

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